compagnia LINEA BORDEAUX
SEBEZIO E FEFE’
di Marco Andreoli
con Davide Logrieco Ricci e Pierciro Dequarto
Regia collettiva
con la supervisione di Daniele Pilli
Il nucleo della storia, il McGuffin, è il Compendio: una scatola. Inventata da uno dei protagonisti, la scatola, in apparenza insignificante, è qualcosa che, come il testo stesso descrive:”Contiene tutto ciò che l’esistenza umana abbia mai contemplato e mai contemplerà. Qui c’è bene e male, ogni idea pensata, ragioni e sentimenti di epoche passate e future. Qui dentro, amici miei, c’è Tutto!” Tuttavia la scatola, nel suo mistero, dimostra di poter essere Tutto e niente, di poter essere il crocevia di tutte le possibilità e di manifestare la loro potenzialità in atto. Un’altra possiblità è che la scatola possa conferire al possessore un potere universale.
L’inventore della scatola è il professor Sebezio Zanussi.
Alle dipendenze del professore c’è Fefè.
“Fortunatamente la nostra lingua dispone di una parola in grado di indicare in maniera perlomeno chiara il contenuto di questa scatola. Qui dentro, c’è Tutto!”
compagnia Faberigere
TRANCE-LOCO
di Serena Tassan
Musiche Di Pier Francesco Di Consolo
Con Andrea D’Amico, Pier Francesco Di Consolo, Teresa Nardi, Tiziano Taliani, Serena Tassan, Rita Tersigni
Coreografia Teresa Nardi
Regia Andrea D’Amico
Enea ed Elena sono una coppia di innamorati che vivono insieme. Una notte, la loro relazione viene messa in discussione dall’arrivo di una domanda inaspettata; ma la ricerca esasperata di una risposta, prima con se stesso e poi con il partner, portano Enea a voler trovare una rapida via di fuga. La sua “uscita di emergenza” viene di continuo ostacolata dall’arrivo incessante di alcuni ospiti indesiderati, i quali mettono a repentaglio la sua zona di comfort. Riuscirà Enea, nonostante la confusione, a trovare le risposte che cerca?”
Zio Albert Produzioni
Uccellini
Con Giordana Morandini, Giuseppe Ragone, Tiziano Scrocca
Disegno Luci – Matteo Ziglio
Musiche Livia Ferri
Scritto e diretto da Rosalinda Conti
Grazie a Paolo Conti
Uccellini è la prima parte di uno studio sulle relazioni familiari, sulla fragilità e sulle ombre. Sui bizzarri e a volte imperscrutabili bizzarri modi in cui si cerca di fare fronte al dolore.
In una specie di museo domestico di ornitologia -una vecchia casa nel bosco che ha visto giorni migliori- si incontrano per caso Mario e Michele , due fratelli che, oltrepassata la soglia di un’infanzia abbastanza felice, non sono più stati in grado di essere l’uno per l’altro una presenza affettiva, accogliente, di sostegno. L’ultimo legame a tenerli vagamente uniti era quello con Sara, sorella minore di Michele e gemella di Mario, spirito avventuroso e appassionata di volatili, morta qualche mese prima in circostanze non chiare. È nella casa di Sara che i due fratelli si ritrovano, dando vita a una sorta di tiro alla fune che si gioca tra il voler scandagliare i fondali di famiglia e il desiderio di rimanere su una rassicurante superficie.
Al centro di questa tensione, suo malgrado, c’è Giordana, nuova fidanzata di Michele, anima candida e terrorizzata dagli uccelli, che si ritrova immersa involontariamente in questa complicata riunione di famiglia.
compagnia VERSUS
FAUST
con Mauro Tiberi, Simona Vazzoler, Eleonora Muzzi, Ethel Fanti
Regia e drammaturgia Paolo Congi
Giulio è uno scrittore, nevrotico e narcisista, che sta tentando di scrivere un testo teatrale su Faust, ispirato all’opera di Marlowe. È con la sua ragazza, Elena, e non sa darsi pace, e non dà pace neanche a lei. Tramite i dialoghi si dispiega un mondo di possibilità infinite della sua opera, sempre ferma alla prima battuta “Faust è nella sua stanza pensieroso”. Elena tenta costantemente di consolarlo, ma non ci riesce, dopo l’ennesimo litigio esce di casa. Bussano alla sua porta due ragazze, molto diverse tra loro, con una proposta di contratto “del gas”, Giulio si sofferma a parlare con le ragazze, ma è troppo stupido per capire che cosa sta succedendo, e che in ballo c’è proprio la sua anima.
La gloria eterna, l’immortalità, ma una vita di stenti e sofferenze; oppure il successo, la ricchezza e tutte le agiatezze di un mondo pieno e corrotto ed effimero, che cade nell’oblio e nel dimenticatoio. Proprio qui si interrompe la scrittura. Sappiamo solo che comparirà il Diavolo (Laura) e che lo trasporterà nella sua follia finale, in un tributo che Giulio dovrà pagare.
compagnia Proprietà Commutativa
Amore Ricucito
con Alessandro Federico, Valentina Virando
disegno luci e tecnico Davide Rigodanza
Regia Alessandro Federico
Una scatola. Come fosse una vecchia gigantesca cassetta per la frutta. Dentro Abbie e Stu, che vivono, o meglio rivivono, le scene più segnanti della loro relazione senza possibilità di uscire mai. Senza possibilità di risolvere mai.
Una casa scatoletta, una prigione in miniatura, dove i personaggi sono costretti a fronteggiare, in uno spazio vitale piccolissimo, il dramma che li attende o che si è già compiuto.
Uno strappo. Un tentativo e un desiderio di ricucire, di ricucirsi, di ricominciare. Uno squarcio che porta lo spettatore violentemente dentro le dinamiche più autentiche e feroci che si consumano nella vita di una coppia.
Alvia Reale (Premio Le Maschere del Teatro 2016, Premio Eti -Gli Olimpici del Teatro 2007, Premio Eleonora Duse 1996) e Graziano Piazza (regista e attore diretto, tra gli altri, da Ronconi, Lievi, Tiezzi, Stein, Castri)assegnano i riconoscimenti al Miglior Attore e alla Migliore Attrice.
Lo scrittore Giuseppe Manfridi, autore tra i più rappresentati anche all’estero, definito “il capofila della nuova drammaturgia italiana”, assegna il premio al Miglior Testo.
Per quanto riguarda la categoria danza, il Miglior Danzatore riceve il riconoscimento da Gloria Pomardi, danzatrice che ha lavorato con grandi personalità della danza internazionale e del teatro, cinema e arti figurative, tra i quali Pina Bausch. Mentre Monica Vannucchi, docente di Danza presso l’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico, danzatrice e coreografa di lunga esperienza, consegna il Premio alla Miglior Danzatrice.
Insieme a Marco Angelilli (che ha curato movimenti, coreografie e il training attoriale di tutti gli spettacoli di Ricci/Forte. Collabora con registi come Valentino Villa, Jacopo Gassman, con compagnie come Miti Pretese e con il Teatro di Roma e il Piccolo Teatro di Milano), Monica Vannucchi e Gloria Pomardi premiano anche il miglior progetto della Sezione Danza.
Anna Bonaiuto, che ha consegnato il Premio inDivenire 2018 al Miglior Progetto di Prosa a INDRA di Ilenia D’Avenia e Francesco Governa.
Peppino Mazzotta che ha consegnato il Premio come Miglior Attore a Davide Logrieco e Paolo Camilli (Paul Ka) e come Migliore Attrice a Lucia Bianchi e Serena Borelli.
Lorenzo Gioielli che ha consegnato il Premio alla Migliore Regia a Ilenia D’Avenia e Francesco Governa
Giuseppe Manfridi ha consegnato il Premio alla Migliore Drammaturgia ad Attesa
Equilibrio Dinamico DANCE CompanySimple Love
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di Ilenia D’Avenia e Francesco Governa
con Guido Compagno, Ilenia D’Avenia, Giuseppe Palazzolo, Giulia De Luca e Alessia D’Anna
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Spettacolo vincitore Premio InDivenire 2018 – Premio del pubblico
Luca Buongiorno, Laura Schettino, Yuri Napoli
Martin Loberto
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