Spazio Diamante

Festival inDivenire 2025 – INAUGURAZIONE

Festival inDivenire 2025 – INAUGURAZIONE

La VI Edizione del Festival inDivenire prenderà il via il 28 aprile alle ore 19:00, con la presentazione ufficiale delle sedici compagnie selezionate per l’edizione di quest’anno.

Il direttore artistico Giampiero Cicciò presenterà anche ION, il testo di Dino Lopardo pubblicato da Le Penseur Et Cetera cinema e teatro,  dopo aver vinto nel 2019 il Premio miglior progetto al Festival inDivenire.

Alle 21 l’attesa andata in scena dello spettacolo “Costellazione Vicinelli” della compagnia RMN il cui studio ha vinto la V Edizione del festival emozionando pubblico e giuria.

Alle ore 21.00 andrà in scena il debutto del progetto vincitore della scorsa edizioneCostellazione Vicinelli, a cura del gruppo RMN.
Un appuntamento imperdibile per inaugurare il festival giusto alla sua VI edizione.

PIA LANCIOTTI PREMIA GLI STUDI VINCITORI DEL FESTIVAL INDIVENIRE VI EDIZIONE

Tra le più riconosciute e talentuose attrici italiane, Pia Lanciotti torna al Festival inDivenire dopo aver lasciato un segno indelebile nella scorsa edizione.
Allieva e poi attrice con Giorgio Strehler, è stata diretta anche da altri maestri della scena tra cui Lavia, Ronconi, Stein, Tiezzi, Mauri, Sciaccaluga.
Tra i riconoscimenti ricevuti, Premio migliore attrice al Festival del Cinema Indipendente di Parigi, Premio Nazionale Della Critica Migliore Attrice, Premio Le Maschere Del Teatro Migliore Attrice Non Protagonista, Premio migliore attrice protagonista al Festival del Cinema Maremetraggio, Premio Eleonora Duse Miglior Attrice Emergente.
Eccellente interprete anche in Cinema e TV è attualmente impegnata nella fortunata serie Mare fuori ed è stata diretta anche da Ozpetek, Soavi, Silvestrini, Cotroneo, Elia, Sironi.

VITA e TEATRO, TEATRO e VITA – INCONTRO CON MASSIMO POPOLIZIO

L’OSPITE DELLA VI EDIZIONE DEL FESTIVAL INDIVENIRE – MASSIMO POPOLIZIO
L’11 maggio il Festival inDivenire chiuderà con un ospite d’eccezione: Massimo Popolizio.
Attore e regista, oggi tra i più importanti in Italia, si racconterà al nostro pubblico nel corso di una serata moderata da Alessandra Bernocco e Giampiero Cicciò che con lui ripercorreranno i momenti salienti della sua straordinaria carriera.

️11 MAGGIO
ORE 21:00
SALA BLACK

MODERANO: ALESSANDRA BERNOCCO e GIAMPIERO CICCIO’

BIO MASSIMO POPOLIZIO 
Attore di teatro, cinema e televisione, dopo una ventennale collaborazione con Luca Ronconi (tra gli spettacoli principali Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus, 1190; Strano interludio, 1990 e Il lutto si addice ad Elettra, 1997, di O’Neill; Misura per misura, 1992 e Re Lear, 1995 di Shakespeare; Verso “Per Gynt” da Ibsen, 1995; Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda, 1996; Ruy Blas di Hugo, 1996; I fratelli Karamazov di Dostoevskij, Questa sera si recita a soggetto di Pirandello, 1998.

Al Piccolo: La vita è sogno di Calderon de la Barca, 2000; Lolita-sceneggiatura di Nabokov; I due gemelli veneziani di Goldoni (Ubu come miglior attore protagonista); Candelaio di Giordano Bruno, tutti e tre allestiti nel 2001; Baccanti di Euripide e Rane di Aristofane, 2002; Professor Bernardi di Schnitzler, 2005 (Ubu miglior attore non protagonista); Inventato di sana pianta ovvero gli affari del Barone Laborde di Broch, 2007; Lehman Trilogy di Massini, 2015 (premio Ubu e premio Hystrio).

Ha al suo attivo molte altre collaborazioni in spettacoli di grande successo con registi italiani e stranieri, tra cui Cesare Lievi, Massimo Castri, Arpard Schilling, Claudio Longhi, Franco Branciaroli, Walter Pagliaro, Mauro Avogadro, Lluis Pasqual, Gianfranco de Bosio, Antonio Calenda, Marco Sciaccaluga, Elio De Capitani, Jean-Pierre Vincent.

Tra gli spettacoli principali, Copenaghen di Frayn, regia Mauro Avogadro, con Umberto Orsini e Giuliana Lojodice (2001, riallestito nel 2017); Riccardo III di Arpard Schilling (2003, produzione Piccolo Teatro); Ritter Dene Voss di Bernhard, regia Piero Maccarinelli (2007, Premio Olimpici del teatro); Cyrano de Bergerac di Rostand regia Daniele Abbado (2009); Il Misantropo di Molière, regia Massimo Castri (2010), Blackbird di Harrower, regia Lluis Pasqual (2011, produzione Piccolo Teatro); Prometeo di Eschilo, regia di Claudio Longhi (2012), Visita al padre di Schimmelpfenning, regia Carmelo Rifici (2014).

Come regista, porta in scena Il prezzo di Miller di cui è anche protagonista (2015), Ragazzi di vita da Pasolini (2016, Premi Ubu e Le Maschere del Teatro italiano, miglior regia e miglior spettacolo), Un nemico del popolo di Ibsen (2018, Premio ANCT), Furore da Steinbeck (2019, Premio Le Maschere del Teatro), M Il figlio del secolo di Antonio Scurati (2022), Uno sguardo dal ponte di Miller (2023), L’albergo dei poveri di Gor’kij (2024).

In tv è tra i protagonisti della serie La stagione dei delitti per RaiDue, Il grande Torino, regia Claudio Bonivento (2004), Il delitto di via Poma (2011) regia di Roberto Faenza, Il clan dei camorristi (2013) regia di Alexis Sweet e Alessandro Angelini, Una grande famiglia (2013) regia di Riccardo Milani, Qualsiasi cosa succeda, regia Alberto Negrin (2013), Il confine, regia Carlo Carlei (2018), Svegliati amore mio regia R. Tognazzi e S. Izzo (2020).

Per il grande schermo ha lavorato sempre con Bonivento (L’attentatuni), i fratelli Taviani (Le affinità elettive), Michele Placido (Romanzo Criminale e Il grande sogno), Daniele Lucchetti (Mio fratello è figlio unico), Paolo Sorrentino (Il Divo e La grande bellezza), Luca Miniero (Sono tornato), Mario Martone (Il giovane favoloso), Carlo Verdone (L’abbiamo fatta grossa), Fiorella Infascelli (Era d’estate), Ficarra e Picone (Il primo Natale), Pietro Castellitto (I predatori), Paolo Virzì (Siccità).

Collabora con RadioTre dove ha portato a termine la lettura integrale di diversi libri tra cui Ragazzi di vita di Pasolini, Il deserto dei tartari di Buzzati, Il Maestro e Margherita di Bulgakov e Le avventure di Tom Sawyer di Twain. Collabora anche con l’Auditorium di Roma dove ha letto integralmente l’Eneide e parte dell’Odissea, con la partecipazione di Uri Caine, e l’Iliade.

Ha inoltre interpretato Lettera al mio giudice di Simenon, con le sonorizzazioni di Paolo Fresu, Le memorie perdute di Chet Baker, con Fabrizio Bosso alla tromba, La vita di Charlie Parker con Enrico Rava, Le città invisibili di Calvino con Javier Girotto, I sonetti di Gioacchino Belli con Ambrogio Sparagna.

Tra i premi ricevuti, oltre ai già citati, nel ’98, il premio Salvo Randone, il Veretium d’Oro e il Nastro d’Argento per il doppiaggio del film Hamlet diretto e interpretato da Kennet Branagh. Ha ricevuto il Nastro d’Argento per l’interpretazione di Giovanni Falcone in Era d’Estate di Fiorella Infascelli e come non protagonista ne I predatori, oltre al premio De Sica-Teatro per l’anno 2016.

Come doppiatore si ricorda che è la voce di Tim Roth per tutte le stagioni di Lie to me e per il film di Giuseppe Tornatore La leggenda del pianista sull’oceano. E’ stato inoltre la voce di Tom Cruise per il film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut.

GRUPPO RMN – COSTELLAZIONE VICINELLI

Debutto premio Migliore Progetto del Festival inDivenire 2024

GRUPPO RMN

COSTELLAZIONE VICINELLI

di Leonardo Bianconi, Luisa Borini, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona, Francesco Tozzi
Ideazione e regia Gruppo RMN
con Leonardo Bianconi | Luisa Borini | Giulia Quadrelli | Francesco Tozzi
dramaturg Francesco Tozzi
progetto sonoro Leo Merati | disegno luci Matteo Gozzi
consulenza letteraria Allison Grimaldi Donahue

Un progetto di Gruppo RMN in collaborazione con  #narrandoBO
produzione Atto Due ETS
residenze artistiche Stagione Agorà, Comune di Castel Maggiore, Mirabilia Festival

Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 a Bologna, più che in ogni altra città italiana, ha soffiato un vento di innovazione, di sperimentazione artistica e culturale, di lotta politica e riforma sociale. Ed è in questo contesto che si forma e trova respiro artistico la guida e la compagna di questo nuovo viaggio di Gruppo RMN: Patrizia Vicinelli. Bolognese di nascita, entrò giovanissima a far parte del Gruppo 63 (movimento letterario ispirato al marxismo e allo strutturalismo), a seguito di una sua performance di poesia visiva accolta con entusiasmo durante un convegno a La Spezia nel 1966. Figura carismatica, attiva, aperta alla sperimentazione, il cui mantra ricorrente era “vita uguale opera”, attraverso il rischio personale e artistico intendeva generare forme e sensazioni artisticamente degne, creativamente spinte.
La sua poetica spazia attraverso influenze ed espressioni poetico-visive con prodotti artistici che oggi sono esposti in tutto il mondo: Milano, New York, Tokyo, San Francisco, Venezia, e i suoi artefatti fonetico-sonori sono conservati in un sotto forma di registrazioni. È morta di AIDS nel 1991.

GRUPPO RMN – COSTELLAZIONE VICINELLI

Premio Migliore Progetto del Festival inDivenire 2024

GRUPPO RMN

COSTELLAZIONE VICINELLI

 

con LEONARDO BIANCONI, LUISA BORINI, GIULIA QUADRELLI, CHIARA SARCONA
progetto video e sonoro Leo Merati
tecnico Francesco Tozzi
drammaturgia: Giulia Quadrelli, Francesco Tozzi
regia Gruppo RMN

“Per avere aperto una finestra sull’universo della vita di un’artista totale. Una poetessa che ha scelto di vivere senza pelle, mai protetta da comode sovrastrutture. Una finestra sul rapporto fra poesia e società civile. Sulla convivenza fra arte e società borghese in un mondo i cui singoli individui sempre più frequentemente soffrono di malattie dell’ anima ostinandosi a non voler capire che la poesia potrebbe essere un primo passo verso la ricerca di una terapia”.

ILARI PETUSHI- C’è NEL CAMPO UN UOMO VIVO?

ILARI – PETUSHI

C’è NEL CAMPO UN UOMO VIVO?

con ARIANNA ILARI | GIULIO PETUSHI
Regia e drammaturgia Arianna Ilari e Giulio Petushi
produzione Ilari-Petushi                                                                            

Un uomo è accanto alla moglie, che si è suicidata alcune ore prima, gettandosi dalla finestra. Cerca di concentrare i pensieri ed ecco che parla con sé stesso, ora sembra rivolgersi ad un ascoltatore invisibile, ora ad un giudice. Si contraddice, si discolpa e accusa. In lui c’è rozzezza di pensiero e di cuore, ma anche un profondo sentimento. Cerca di ricostruire mentalmente il rapporto con la moglie, donna mite, ma solo all’apparenza. Remissiva? Rassegnata?
“Beati i miti ed i mansueti perché erediteranno la terra” (Matteo, 5,5).
Nella breve durata del loro matrimonio lei lo aiuta nel lavoro. Lui è enigmatico e di poche parole, lei si lega a lui per affrancarsi da una situazione di grave indigenza. Si mettono continuamente alla prova combattendo una specie di silenziosa guerra che, a volte, esplode in picchi di isteria.
Costringendosi a risparmiare giorno per giorno lui vuole realizzare il sogno di vivere lontano dalla città, nella natura, magari con dei figli, ma tiene questo desiderio soltanto per sé, senza condividerlo con la moglie che subisce con sgomento le ristrettezze imposte dall’uomo.
Nell’isolamento, nella reclusione volontaria in cui si rifugiano i due, nascono e si dilatano fino a
dimensioni mostruose, mortifere, i “sistemi”, i “piani”, le “idee” che cadono all’improvviso,
schiacciandoli come un masso che cade loro addosso.
Perché si è uccisa?
Il marito non riesce a rispondere a questa domanda e noi non siamo interessati a trovare una risposta, piuttosto vogliamo stimolare altre domande che attraverso il racconto di un rapporto mettano in luce una condizione che riguarda tutti. Tutti siamo autoindulgenti, tutti ci giustifichiamo, tutti siamo persuasi di fare il bene, di essere nel giusto e finiamo per fare del male.
“Sono il più nobile degli uomini, ma sono il primo a non crederci”.
Stiamo costruendo una drammaturgia originale a due voci liberamente ispirata a “La Mite” di F.
Dostoevskij e con uno sguardo su: “Faust” di Goethe, “L’ultimo giorno di un condannato a morte” di V. Hugo, “La camera azzurra” di G. Simenon, “Une femme douce” di R. Bresson.

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LA TENDA ROSSA- IL CONFINE PER XELINDOR

LA TENDA ROSSA

IL CONFINE PER XELINDOR

con FEDERICO BIZZARRI | MARTINA VENTURI | UGO CAPRARELLA | NICCOLO’ FELICI
Regia Niccolò Felici
produzione La tenda rossa                                                                               

Terre dell’ ovest, regno di Masetto Malaspina, vicino Orvietoz. Urge fare una premessa nelle terre dell’ovest vive una medievale e l’ eterosessualità è vista come una deviazione demoniaca dal sentiero naturale, questo è quello che dice lo papa almeno. Che sta sotto il culto santo della dea. Passiamo ai fatti.
L’intero regno è messo in ginocchio da peste, carestie, streghe, demoni! dal male.

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COMPAGNIA BRICIOLE- SCINTILLE

COMPAGNIA BRICIOLE

SCINTILLE

con DONATO PICARIELLO  | VINCENZO GARGANO | TANIA ANDREA FELICI |  VERONICA BRESCIANI | VINCENZO CIOLINO | GIULIANA SIMEONI | ANDREA TOSELLI | ALESSIO GRIPPO | VERONICA BUCCOLIERI
Regia Paolo Civati
produzione Compagnia Briciole                                                                                     

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SCINTILLE è una mappa sconnessa, conflittuale e contraddittoria come la giovinezza. E’ un affresco sudei ragazzi nel bel mezzo di una festa, in cui viviamo le loro piccole storie, le paure e le lapidarie affermazioni che nascono nelle situazioni di ormai rara aggregazione. SCINTILLE è un viaggio in quel modo potente di vivere (e di pensare) che abbiamo solo a vent’anni.

COMPAGNIA MERAKI-FIGLI DELLE STELLE

COMPAGNIA MERAKI

FIGLI DELLE STELLE

con IVANO CONTE  | SILVIA PARASILITI COLLAZZO | CRISTIANO ARSI’ | STEFANO ANNUNZIATO
drammaturgia di Giacomo Sette
aiuto regia Ivano Conte | tecnico audio e luci Ruben Greco
regia Ilario Crudetti
produzione Compagnia Meraki                                                                                        

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Figli delle stelle è un dramma in tre atti che esplora la disillusione politica, l’amicizia e il destino di un gruppo di giovani militanti neofascisti nella provincia di Roma tra il 1981 e il 1985. Sullo sfondo degli anni di piombo e delle connessioni oscure tra criminalità, servizi segreti deviati e logge massoniche, la storia si muove tra il passato e il presente dei protagonisti, svelando gradualmente il loro inesorabile declino.

SORELLE DI ANTIGONE-CASA LELLA

SORELLE DI ANTIGONE

CASA LELLA

con CLAUDIA LIGORIO | ALICE TEMPESTA |  VALERIO CASTRIZIANI
Regia e drammaturgia GIOVANNA MALAPONTI
tecnico Tommaso Lo Cascio
produzione SORELLE DI ANTIGONE                                                                                            

Roma, fine anni ‘40: siamo in una casa di piacere in via del Pellegrino, nel centro della città. La
tenutrice del bordello è la signora Lella, una donna cinica e materiale, disposta a tutto pur di
guadagnare. Le prostitute che lavorano per lei sono tra le migliori della capitale: giovani, belle,
eleganti. I servizi a disposizione dei clienti sono dei più svariati e la sala di accoglienza brulica
sempre di gente, in attesa di passare un qualche quarto d’ora di gioia.
Vita “L’amorevole” lavora qui da tre anni. Ha vent’anni e ha lasciato la sua terra natìa, la Puglia,
per sfuggire alla povertà. Ama l’amore e la vita, è gioiosa e tenera, ingenua e bisognosa come
una bambina. Un anno fa ha conosciuto Penelope che ha voltato le spalle a famiglia ed amici;
dopo aver rifiutato di sottomettersi ad un matrimonio combinato. Penelope “La Gatta” ha diciassette anni, è romana e si difende dietro ad una corazza molto spessa. Non si lascia mai andare, mastica chicchi di caffè e si calma con i sigarelli e gli stornelli romani.
Le due si completano, sono agli antipodi eppure legate da un profondo affetto. Hanno stretto
una salda amicizia fin da subito, si divertono a fare esibizioni insieme per i clienti e si danno
manforte in un mondo che vuole lasciarle sole e fra gli ultimi. Sono donne che lottano per la loro
indipendenza e che non si sono piegate al loro destino.
Tra i tanti uomini che frequentano il bordello, c’è Giorgio, un militare figlio del ventennio fascista
e del patriarcato. Sarà lui a conquistare il cuore di Vita, nonostante oscilli fra dimostrazioni di
affetto e violenza crudele. Pur di rimanere fedele alla sua idea di amore, pur di non perdere
qualcuno che dica di amarla, Vita accetterà di lasciare tutto e di ricominciare una vita con lui.
Penelope, in questo anno, ha maturato; poco per volta; un sentimento sincero e vero per Vita.
Per lei è la prima volta: per la prima volta sente il cuore battere forte nel petto.
La violenza di genere, lo sfruttamento e l’oggettificazione del corpo femminile, l’impossibilità di
vivere un amore omosessuale, la forza intrinseca dell’essere donna e la lotta per la propria
indipendenza sono alcuni dei temi trattati in questo testo, ancora molto attuali.
Ed ogni azione o parola, sono sostenuti dalle sfumature che appartengono all’animo umano:
fragilità, paura, passione, contraddizione e molto altro.

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